Equo, più equo … iniquo?
Oltre al danno la beffa. Oltre alla tassa la presa in giro. C'è del genio del marketing in questa oppressione
So di essere un inguaribile rompipalle, in me forse c’è anche una buona dose di compiacimento narcisistico: quando, cercando notizie da commentare per Filodiritto, mi sono imbattuto nella Legge 23/2014 di delega al Governo per la riforma del sistema fiscale, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 12 marzo, ho pensato che veramente al peggio non c’è mai fine.
Non mi riferisco al merito delle disposizioni, proprio non ci penso neanche ad affrontarlo, vedremo – senza alcuna fiducia – i decreti attuativi. Mi riferisco al titolo della legge: Delega al Governo recante disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita.
Propongo di sottoporre il seguente test ai futuri candidati all’inquadramento nella pubblica amministrazione e/o a incarichi di partito:
L’espressione “più equo” nella Delega al Governo recante disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita rappresenta:
- Uno scusabile errore di battitura
- Un fastidioso dito nell’occhio del contribuente
- Una pietosa foglia di fico
- Un sincero omaggio alla correttezza politica
- Un geniale escamotage del perfetto piccolo avvocato
- Un palese ossimoro, se riferito a sistema fiscale
- Un simpatico depistaggio
- Un implacabile scherzo del destino
- Una dotta citazione volterriana
- Un’implicita ammissione
- Un’ardita perifrasi
- Un accademico inserimento per esigenze di metrica
- Un’accurata climax, insieme a “trasparente” e “orientato alla crescita”
- Una preziosa anticipazione dell’imminente libro dell’anonima cerchiobottisti
- Una violenta annotazione sarcastica
- Un lungimirante spunto per un hashtag
- Una irriverente pernacchia agli imprenditori
- Un ingombrante fardello
- Un prossimo slogan di partito
- Una proposta di un esperto di web-marketing
- Una entusiastica ripresa di un bando giacobino
- Un maldestro tentativo di generare aspettative
- Una netta presa di posizione contro la fame nel mondo
- Un famelico desiderio di condivisione/solidarietà/fraternità
- Un vincente trailer del film finanziato dallo Stato sui benefici della tassazione
- Un’educata presa in giro
- Un eufemistico paradosso
- Un’estatica contemplazione di un’alba radiosa
- Un difficile rebus
- Un onanistico gioco intellettuale
- Un’abile esercizio lessicale
- Una repentina incursione del dipartimento per le pari opportunità
- Un gioco a premi sotto forma di caccia al tesoro
Nota per il candidato: almeno una è la risposta corretta